Non dirmi che hai paura 2014
La storia vera di Samia, una ragazza somala inghiottita nelle acque di Lampedusa. Samia ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale.
Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere.
L’appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Rimanere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi.
Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
Premio Omegna Giovane: Vittorio Buffa
Io ho visto – Nutrimenti editore
Abbiamo deciso di assegnare il premio a Pier Vittorio Buffa , autore di “ Io ho visto “. Libro che tratta delle stragi che i nazifascisti misero in atto in Italia tra il 1943 e il 1945 , sul finire della guerra, per punire tutti i paesi che si pensava avessero aiutato le truppe partigiane in Italia.
Ci ha particolarmente colpito che siano gli stessi sopravvissuti a raccontare quanto accaduto loro.
Sono le storie di chi “ha visto“ la morte in faccia , e le è sfuggito ; di chi , aggiungeremmo , ne ha sentito “ l’ odore “ ; l ‘ odore del fumo , delle case bruciate e crollate sui cadaveri della propria famiglia ; di chi l ‘ ha “ toccata “ seppellendo i corpi delle persone a lui care; di chi l ‘ ha “ sentita “ mentre la madre e i compaesani urlavano sotto le raffiche dei mitra nazisti che li stavano uccidendo.
Sono trenta le storie dei sopravvissuti , raccontate per non dimenticare.
Buffa ci mette di fronte ad una inverosimile e tremenda realtà , così tremenda , che ancora ci appartiene.
I racconti possono sembrare relativamente brevi e semplici , ma questo è un pregio e non un difetto , in quanto sono particolarmente intensi e coinvolgenti , e trasmettono forti emozioni a chi legge, non solo per il contenuto , ma anche per la scelta del linguaggio semplice e diretto .
L ‘ autore , infatti , non cerca di rielaborare i racconti delle persone ma li lascia , per quanto possibile , aderenti alle testimonianze originali , quasi trasportando il lettore nel periodo nazifascista , rendendolo maggiormente partecipe alle vicende .
Infatti riesce a farti rivivere quei momenti drammatici con gli occhi stessi dei protagonisti .
Ogni racconto viene presentato con la foto di ogni sopravvissuto , ma con una particolarità : è lo sguardo ad essere messo in evidenza , spesso triste ma ricco di significato ; uno sguardo che sembra voglia dirti tutto ciò che ha provato : la sofferenza , la paura e il coraggio allo stesso tempo , ma anche il rammarico per non aver potuto salvare i propri cari dalle follie del regime nazifascista . Si intuisce il desiderio , ma soprattutto la forza di pretendere giustizia , una giustizia che sa non arriverà mai .
A partire dalla fine della guerra , fino agli anni novanta , i nomi dei responsabili dei crimini di guerra sono stati tenuti nascosti nel cosiddetto “ scaffale della vergogna “, uno scaffale , in cui sono ancora oggi conservati i documenti storici sulle stragi avvenute durante la seconda guerra mondiale e i relativi crimini di guerra compiuti dai generali nazisti e fascisti.
Lo stato nonostante fosse a conoscenza di tutti i nomi dei colpevoli non ha aperto processi.
A partire dal 1994, a cinquanta anni dalla fine della guerra , grazie ad un giornalista che ha riscoperto quello scaffale si è potuto dare il via ad una serie di processi che nonostante tutto non hanno ancora reso piena giustizia , poiché oggi la maggior parte dei mandanti degli eccidi dell’ epoca sono o ultraottantenni o morti.
Il nostro plauso va a Pier Vittorio Buffa poiché, oltre ad aver saputo divulgare le vicende narrate dai protagonisti, ha scattato personalmente le foto presenti nel libro .
Oltre a questo viaggio, fatto in prima persona , Buffa ne compie un secondo; che noi consideriamo un vero e proprio viaggio, un viaggio difficile e coinvolgente, ma ha avuto la forza di non fermarsi ; ha saputo cogliere questa forza dalle stesse donne e gli stessi uomini che ha intervistato, una forza che si traduce nel desiderio di voler raccontare le proprie vicende.
Forza che è riuscito così a trasmetterci , trascrivendola nel LORO libro, per fare in modo che anche noi potessimo intraprendere questo difficile viaggio che consiste nel leggere le loro storie. Tuttavia lo sforzo che compiamo , non è nulla in confronto allo sforzo che fanno i protagonisti nel ricordare e raccontare .
La forza di cui parliamo è la forza di non dimenticare ed è questa la loro vera resistenza .
La giuria giovani