L’eco di uno sparo 2015
«Questa è la storia di mio nonno Ulisse e dei suoi sparatori che si spararono tra loro. Il racconto di ciò che ha innescato quei colpi in canna, e di ciò che è stato dopo. L’eco di uno sparo non si quieta mai».
Il 29 febbraio 1944 Ulisse, squadrista, viene ucciso dai Gruppi di Azione Patriottica. . Il 16 marzo 1961 il gappista Soragni sarà vittima dell’odio covato nel tempo da un compagno militante e amico, assieme a lui responsabile dell’uccisione di Ulisse. La storia è lineare solo quando scegliamo di raccontarla cosí, ma gli eventi si affastellano in un ordine che, quando ti riguarda da vicino, non è necessariamente quello cronologico. E l’eco di quegli spari accompagna Massimo Zamboni nella sua indagine attraverso due secoli per ricostruire una storia che lo riguarda molto da vicino, anche se gli è stata sempre taciuta. Una storia che chiedeva di essere raccontata, rimasta sepolta insieme alle tante storie rimosse di questo Paese. Un libro sofferto, inconsueto, che è insieme una presa d’atto, un amaro bilancio e una terrestre ballata incantatrice. La memoria va trasmessa, ci dice Massimo Zamboni, e «tocca ai nipoti tramandare, sottraendo ai genitori un compito che non avrebbero potuto svolgere con giustezza».
Premio Omegna Giovani: Giorgio Fontana
Morte di un uomo felice – Sellerio editore
Milano, estate 1981. Giacomo Colnaghi a Milano è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga da tempo sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Il dubbio e l’inquietudine lo accompagnano da sempre. Giacomo Colnaghi svolge una inchiesta complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali. Ma la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde, l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese. Una corsa e un’immersione pervase da un sentimento dominante di morte. Un lento disvelarsi che segue parallelo il ricordo della vicenda del padre che, come Giacomo Colnaghi, fu dominato dal desiderio di trovare un senso, una verità. Anche a costo della vita. Morte di un uomo felice riflette sulla giustizia, le sue possibilità e i suoi limiti.
Premio 70° della Resistenza: Santo Peli
Storie di GAP – Sellerio editore
I Gap, componente esigua ma rilevante del movimento di Resistenza, occupano un posto marginale nella memoria collettiva e nella storiografia resistenziale: da un lato i Gap combattono secondo le modalità classiche del terrorismo, dall’altro sono organizzati e diretti dal Partito comunista, e dunque restano, durante e dopo la Resistenza, connotati politicamente in modo molto piú marcato delle altre formazioni partigiane. Per la prima volta, origini, sviluppo, difficoltà, successi e fallimenti dei Gap vengono analizzati nell’unico contesto che li rende comprensibili, nella storia della Resistenza.
A partire dal racconto degli attentati piú eclatanti Santo Peli ripercorre con rigore e imparzialità l’intera vicenda dei Gap per superare le molte «leggende» e restituire ai lettori una ricostruzione lontana dalla retorica e dalla speculazione. Questo libro colma una lacuna rilevante nel panorama dell’analisi storica del nostro Paese.